Specchio dei tempi ha donato la scorsa settimana al Comune di Perosa Argentina un defibrillatore automatico. E’ stato posto davanti al Municipio, in piazza Europa, a due passi dal parco giochi, dai giardini pubblici e dalle scuole. Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco di Perosa Nadia Brunetto, l’assessore Romina Meytre ed esponenti della Società Operaia.
Sono ormai oltre 360 i defibrillatori donati da Specchio dei tempi a scuole, impianti sportivi, comuni e associazioni. Grazie a Marcello Segre dell’Associazione Lorenzo Greco per il consueto supporto logistico.
Con la partenza di ieri da piazza Castello sono saliti a 310 i profughi ucraini che Specchio dei tempi ha già aiutato a tornare a casa, offrendo loro il trasporto gratuito sino a Leopoli. Le richieste sono in forte aumento e ci sono almeno altrettanti profughi in lista d’attesa.
Specchio dei tempi organizzerà anche nel prossimo futuro due partenze settimanale da 52 posti, una da Torino ed una da Roma. Si tratta di interventi resi necessari dal fatto che nessun organismo pubblico, a cominciare dalla Protezione Civile, è in grado di rispondere a questa richiesta che sale dai profughi. La gran parte dei quali rientrano in zone del Paese non toccate dalla guerra e dove la vita è sostanzialmente normale.
Le prenotazioni, per quanto riguarda il Piemonte, devono essere effettuate al call center del Consolato di Torino al numero011 4326700o via mail a specchiotempi@lastampa.it.
Come donare per i rifugiati e per i rimpatri
Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.
E’ il cuore dell’Africa, stretto fra Congo, Uganda e Burundi. Senza sbocchi sul mare, ma con qualche lago e mille verdi colline. Coltivate con impegno, grinta, anche disperazione da un popolo povero, ma consapevole di avere il proprio futuro fra le mani. In Ruanda è scorso sangue, tanto sangue, nei mesi del genocidio perpetrato dall’etnia hutu ai danni della minoranza tutsi, nel 1994, anno non così lontano che qui hanno saputo incasellare in fretta in qualcosa di orribile, che non dovrà mai più accadere.
Il Ruanda resta comunque fra i paesi più poveri dell’Africa con un reddito pro capite di poco più di 2 dollari al giorno. Con stipendi medi, nei servizi pubblici e nella scuola, che superano a fatica i 50 dollari al mese. Però a questa povertà, il Governo (discusso e contestato, ma forte e determinato) ha cercato di contrapporre una grande vivacità accogliendo volentieri i capitali stranieri (qui è la Cina ad avere investito di più) e cercando di migliorare il livello di vita con una serie di innovazioni radicali. A cominciare dal “tutto si paga”, magari pochissimo ma si paga: a cominciare dalla scuola e dalla sanità, mediocri nella qualità ma diffuse sul territorio. Ed introducendo norma quasi svizzere: con quella che impone a tutti (manager compresi) ogni ultimo sabato del mese di ripulire le strade (e Kigali è più ordinata di qualsiasi città italiana) e vietando l’uso dei sacchetti di plastica già dal 2006.
Ma il Rwanda va diviso in due. Da una parte il centro di Kigali, che ospita anche qualche edificio di qualità, come le sedi delle banche nazionali. Dall’altra il resto del Rwanda, che comincia dalla periferia di Kigali e che copre la grandissima parte del territorio dello Stato che è di circa 26.000 chilometri quadrati, esattamente quanto il Piemonte. Con una popolazione di circa 13 milioni di abitanti. Nel “resto” del paese occorre davvero fare i conti con una profonda povertà e con una qualità di vita modestissima.
Qui le case sono tutte ad un piano, spesso baracche, con il comun denominatore dell’assenza dell’acqua che viene sempre trasportata in bidoni per tutti gli usi domestici. Fuori Kigali esiste anche un enorme problema di viabilità, garantita da piste rosse di sabbia che consentono velocità medie inferiori ai 20 chilometri orari. Altro problema è la precarietà dei ponti, quasi tutti costruiti semplicemente accostando tronchi di legno, decisamente a rischio nella stagione delle piogge che qui va da settembre a dicembre.
In questo contesto geografico, Specchio dei tempi e Specchio d’Italia sono attive con un progetto sviluppato per sostenere l’attività di due scuole collocate in contesti difficili: una a Nganzo, che si trova nel nord del paese, in prossimità dei confini con Uganda e Congo, e l’altra alla periferia di Kigali. L’intervento viene monitorato in loco da Anna Maria Zavagni, una docente torinese vicina a Specchio dei tempi che, una volta in pensione, ha deciso di occuparsi dei bambini di questo Paese, dove si è trasferita 10 anni fa. Racconta che “a questi bambini offriamo istruzione, ma in molti casi offriamo anche il cibo necessario per crescere: molti provengono infatti da famiglie poverissime”.
A Nganzo l’obiettivo è quello di mantenere efficiente una scuola enorme (ospita oltre 1000 bambini fra scuola dell’infanzia e primaria) che deve fare ogni anno i conti anche con le tempeste tropicali. Qui Specchio è già intervenuto, negli ultimi due anni, sia per migliorare i servizi igienici di base (qui, quasi ovunque, ci si limita ad “un buco in terra”), sia per sostenere la riparazione dei tetti della scuola dell’infanzia e sia per realizzare un campo sportivo, utilizzatissimo dai bambini.
Nella scuola di Kicukiro, una borgata alla periferia di Kigali, invece, il nostro impegno è rivolto alla “adozione scolastica” dei bambini. La “retta” è di circa 5 euro al mese per chi frequenta le scuole pubbliche e di circa 10 euro al mese per chi si rivolge a quelle private, in parte cattoliche, che sono anche chiamate a colmare la mancanza di posti in strutture alle prese con un vivace sviluppo demografico e ad offrire a tutti un pasto caldo.
Qui Specchio dei tempi e Specchio d’Italia continueranno il loro impegno anche nel prossimo anno scolastico cercando di rendere possibile la frequenza scolastica al più alto numero possibile di bimbi a Kicukiro e di mantenere in efficienza la scuola di Nganzo, davvero in prima linea fra la povertà e la dignità di un paese comunque forte, abitato da gente legata alla propria terra e che qui vuole vivere, crescere e camminare verso un futuro migliore.
Specchio dei tempi e Specchio d’Italia (in collaborazione con l’Ambasciata d’Ucraina a Roma e con il Consolato dell’Ucraina a Torino) stanno organizzando pullman gratuiti per rimpatriare i profughi ucraini che desiderano tornare nella loro terra.
Il loro numero è in costante ascesa, molti di essi preferiscono semplicemente tornare a vivere in una città ucraina lontana dalla guerra (ricordiamo che almeno l’80% di quel paese vive una vita pressoché normale) per poi avvicinarsi alle loro città di residenza, in alcuni casi bombardate.
La partenza del prossimo pullman da Torino è prevista mercoledì alle 12 da piazza Castello. Da Roma mercoledì 13 da Stazione Tiburtina.
Le prenotazioni, per quanto riguarda il Piemonte, devono essere effettuate al call center del Consolato di Torino al numero011 4326700o via mail a specchiotempi@lastampa.it.
Come donare per i rifugiati e per i rimpatri
Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.
Con l’incontro illustrativo con i genitori dei 50 bimbi prescelti (svoltosi ieri a Casa Santa Luisa), è entrato nel vivo il progetto “Bambini mai in vacanza” di Specchio dei tempi.
L’iniziativa, che è alla terza edizione e che riprende dopo una pausa di due anni dovuta alla pandemia, vuole offrire una settimana di vacanza al mare a bambini appartenenti a famiglie particolarmente disagiate. Bambini che non hanno possibilità di andare in altro modo in vacanza.
Il primo gruppo di 25 bambini partirà lunedì 11 luglio ed il secondo lunedì 18 luglio. Destinazione Vallecrosia, in Liguria.
Da 6 anniSpecchio dei tempisostiene e finanzia l’attività di pet therapy nelle scuole. La fondazione dei lettori de La Stampa ha concretamente aiutato 110 bambini disabili e coinvolto circa 3200 loro compagni. Nell’annata scolastica appena conclusa sono stati attivati corsi in 25 scuole: 20 scuole primarie (nei comuni di Torino, Alpignano, Rivoli, Pianezza, Borgaro, San Giusto e Barbania) e 5 scuole dell’Infanzia (Torino, Nichelino). In questi mesi si è palesata una graduale ripresa dell’attività dopo la fase acuta della pandemia.
“I bambini disabili sostenuti sono stati 25 e i bambini coinvolti complessivamente sono stati 570 – spiega Antonia Tarantini, presidente Associazione Aslan -. In 19 classi delle primarie su 20 abbiamo dimostrato, mediante strumenti validati scientificamente e i relativi dati raccolti, che la presenza del cane ha influito positivamente sull’inclusione scolastica dei bambini disabili coinvolti. Il beneficio è andato anche ai compagni che hanno avuto l’occasione di sperimentarsi efficacemente nella relazione con il cane. Nelle 5 scuole dell’infanzia abbiamo riscontrato un aumento nei livelli di autostima dei bambini disabili coinvolti e una maggiore predisposizione alla comunicazione con i compagni”.
L’equipe di Aslan-Specchio dei tempi si è sempre data l’obiettivo di offrire un servizio di grande qualità. È composta da pedagogisti, veterinari, referenti di intervento e coadiutori di cani che si attengono costantemente alle linea guida nazionali.
All’attività nelle scuole dello scorso anno hanno preso parte 6 cani di grande esperienza: Noah, 8 anni e mezzo, Golden Retriever; Patch, 4 anni, Golden Retriever; Colorado, 3 anni, Pastore Australiano; Cecilia, 3 anni, Golden Retriever; Uffa, 5 anni, Labrador Retriever; Hero, 6 anni, Labrador Retriever. Quest’ultimo, amatissimo da centinaia di bambini, è prematuramente scomparso pochi mesi fa.
Il progetto di pet therapy di Specchio dei tempi-Aslan è il più grande svolto in Italia e, nel prossimo anno scolastico, godrà di un ulteriore sviluppo.
“Siamo fieri – ha spiegato Lodovico Passerin d’Entreves, presidente di Specchio dei tempi – di poter aiutare i bimbi disabili con uno strumento straordinario per i risultati ma capace insieme di portare gioia, partecipazione ed allegria in tante scuole”.
Fino a metà settembre le scuole possono candidarsi alle attività 2022-2023, tutte completamentegratuite.
Specchio dei tempi, dieci anni fa, è stato il maggior finanziatore della costruzione dell’Ospedale Pediatrico di Hargeisa, in Somaliland. Qui, con Mas Cth Onlus (e poi con Medacross), abbiamo però continuato a lavorare, nei primi tre anni facendoci carico degli interi costi di gestione e poi per sostenere l’attività di singoli reparti, con un occhio particolare alla Neonatologia che consente di salvare la vita a decine di bambini ogni anno.
La nuova profonda crisi del Corno d’Africa, colpito in questi mesi da una grave carestia, ci ha spinti a ritornare, pianificando un’attività pluriennale che avrà tre principali focus: attrezzare e migliorare le prestazioni della neonatologia, favorire con visite sul territori l’accesso al Pronto Soccorso dei bambini che vivono nei dodici campi profughi che circondano la città, attivare un servizio di Chirurgia Generale. L’ospedale dispone di 48 letti, tutti di pediatria, e di un Pronto Soccorso che ha una media di oltre 50 accessi al giorno.
Per fare tutto questo cerchiamo un manager di progetto che lavori, alle dipendenze di Medacross ma in stretta sinergia con Specchio d’Italia e Specchio dei tempi. La persona che cerchiamo godrà di un contratto annuale rinnovabile, di una retribuzione fra 2000 e 2500 euro al mese, di un alloggio e di un ufficio in loco, di periodici viaggi di rientro in Italia. Dovrà svolgere frequenti anche missioni nei campi di sfollati che circondano la città riorganizzando il nostro sistema di cliniche mobili pediatriche. Sarà anche il riferimento di altro personale internazionale (medici ed infermieri) che svolgeranno missioni di cura e di insegnamento (della durata da 2 settimane a 6 mesi) all’interno dell’Ospedale. Dovrà curare i rapporti, peraltro già solidi, con il Ministero della Salute del Somaliland.
Chiediamo esperienza internazionale c/o organizzazioni umanitarie; esperienza nel coordinamento di team: ottima conoscenza dell’italiano (scritto/parlato) e dell’inglese (scritto/parlato); ottima conoscenza dei principali strumenti informatici; capacità di elaborare e rendicontare il progetto; dinamismo, spirito critico, motivazione, volontà di confrontarsi e cambiare; capacità di adattamento a differenti contesti ambientali e situazioni logistiche. Sono titoli preferenziali l’esperienza di lavoro in Africa, esperienza nella scrittura di progetti, capacità di scrittura di testi e di produzione di semplici contenuti multimediali (immagini e brevi video).
Il curriculum aggiornato e una lettera di presentazione vanno inviati a specchiotempi@lastampa.it.
La selezione e l’assunzione saranno invece in capo a Medacross Onlus.
Kappa FuturFestival e Specchio dei tempiinsiemepersostenere le vittime della guerra.
La Fondazione legata al quotidiano La Stampa allo scoppio del conflitto ha immediatamentelanciato una sottoscrizione e si è attivata con iniziative solidali a sostegno dei civili ucraini, sia nell’accoglienza in Italia sia per aiutare coloro che non vogliono allontanarsi dal paese.
In poche settimane oltre 1.600 tra persone e aziende hanno risposto all’appello, superando 1,6 milioni di euro raccolti.
Nasce così un villaggio a Cernivci, cittadina ucraina al confine con la Romania, che ogni giorno ospita e ristora 1.800 profughi, grazie a oltre 1.000 mq tra mensa, ambulatorio, cucine, posti letto, spazi gioco e rifugio antiaereo e alle 370 tonnellate tra viveri e medicinali portati ad oggi dall’inizio della guerra.
Kappa FuturFestival ha aderito alla sottoscrizione, scegliendo di destinare parte del ricavato delle 3 giornate (dal 1 al 3 luglio al Parco Dora di Torino) dedicate alla musica elettronica, in cui si alterneranno sul palco oltre 70 artisti internazionali.
COME SOSTENERE LA RACCOLTA FONDI
Tutti possono donare cliccando qui oppure su Instagram e Facebook attraverso le pagine ufficiali di Kappa FuturFestival.
O ancora tramite bonifico intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi ONLUS, IBAN: IT67 L0306909 6061 0000 0117 200.
SPECCHIO DEI TEMPI è una fondazione sostenuta dai lettori de La Stampa e da tutti coloro che credono nei suoi principi e progetti. Nasce dall’omonima rubrica pubblicata sulle pagine del quotidiano: uno spazio di dialogo, dove confrontarsi, denunciare ingiustizie ma anche chiedere e offrire aiuto.
Dal 1955 è il “cuore” solidale di Torino e de La Stampa: ricostruisce le scuole dopo i terremoti, consegna aiuti economici, ristruttura ambulatori ed ospedali, in Italia e nei paesi più poveri del mondo.
KAPPA FUTURFESTIVAL giunto alla nona edizione, è un festival dedicato alla musica e alle arti digitali al Parco Dora di Torino. Quest’anno sarà dal 1 al 3 luglio e ospiterà oltre 70 artisti per 3 giorni di musica da mezzogiorno a mezzanotte. Info su www.kappafuturfestival.it.
Alona, Sonia, e Uliana stanno sistemando i rifornimenti medici sullo Specchio Bus, tre scatoloni con dentro garze, antibiotici, misuratori di pressione. Alona è un medico di Kharkiv, ora continua a lavorare nel campo di Cernivci aiutata dalle sue figlie. Fa piccoli interventi di pronto soccorso, visita i profughi, distribuisce i farmaci mandati da Specchio dei tempi.
“Sono scappata il primo marzo con le mie figlie”, dice Alona stringendo le ragazze a sé. Quel mattino sono scoppiati i vetri di casa, in dieci minuti hanno fatto le valige e sono uscite. “C’eravamo anche noi in quelle lunghissime file di auto che mostravano in tv. Tante ore di macchina e poi siamo arrivate qui. Il villaggio di Cernivci, per noi, è una seconda casa”.
Come donare per Alona e i profughi Ucraini
Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.
“Sono partito da Kharkiv in macchina con mio figlio e mia moglie. Hanno fatto buona parte del viaggio abbassati sui sedili per non farsi vedere dai russi. Ho guidato veloce fino al confine polacco e li ho lasciati lì, in salvo”. Yuri, dopo aver percorso duecento chilometri, ha acceso l’auto ed è sceso a sud, a Cernivci.
“Io non potevo attraversare il confine, e così ho deciso di dare una mano”. Da quattro mesi lavora al centro di accoglienza costruito grazie alle vostre donazioni, gestisce l’arrivo dei rifornimenti alimentari, e sente sua moglie e suo figlio tre volte al giorno, “in realtà ogni volta che posso – dice con un sorriso che gli scappa dalle labbra – mi mancano tanto”.
Come donare per Yuri e i profughi Ucraini
Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.
Con i cento profughi (metà dei quali bambini) partiti su due pullman domenica scorsa da piazza Castello a Torino, è entrato nel vivo il programma di rientro delle fondazioni Specchio dei tempi e Specchio d’Italia a favore degli ucraini che dopo aver trascorso mesi in Italia, ora sentono il desiderio di tornare a casa.
Il progetto prevede nei prossimi giorni partenze anche da Roma e Napoli in sinergia con l’Ambasciata d’Ucraina a Roma. Mentre da Torino le partenze sono state e saranno gestite in stretta collaborazione con il Consolato Ucraino in Piemonte, con il suo staff di volontarie ed interpreti, e con il console Dario Arrigotti.
Come prenotare un posto sui prossimi bus
Le prenotazioni, per quanto riguarda i rifugiati accolti in Piemonte, devono essere effettuate al call center del Consolato di Torino al numero011 4326700o via mail scrivendo a specchiotempi@lastampa.it. Il servizio è gratuito ed è sostenuto grazie alle donazioni dei lettori de La Stampa.
I profughi, domenica mattina, sono arrivati alla spicciolata di fronte al Teatro Regio dove, con la collaborazione della Polizia Locale di Torino, sono state espletate le formalità di riconoscimento e di imbarco. Molte, moltissime lacrime fra i profughi e le famiglie che li avevano ospitati in questi tre mesi: “Legami forti – ci ha spiegato Alla, 42 anni, da Odessa – che non taglieremo di sicuro, ma che sappiamo si attenueranno, soprattutto se in Ucraina, come speriamo tutti, tornerà presto la pace”.
Tante le motivazioni che spingono gli ucraini a rientrare: una parte ha spiegato che al momento della fuga pensava ad un coinvolgimento nella guerra di tutto il Paese, mentre oggi si combatte su un territorio ben delimitato e comunque in meno di un quarto della nazione. C’è poi il desiderio di riunire famiglie che si sono disgregate: molte donne preferiscono ora avvicinarsi a mariti e fratelli impegnati al fronte.
Per tanti esiste anche un problema di lavoro: piccole attività in crisi per la mancanza dei titolari, posti di lavoro statali e privati a rischio per il prolungarsi dell’assenza, nonostante le leggi che dovrebbero proteggere chi si è allontanato. Qualcuno, fra chi abita nelle zone più vicine ai combattimenti, ha semplicemente scelto di rischiare, magari andando a vivere nelle campagne adiacenti alle città bombardate. In partenza anche diversi animali, fra cui tre gatti che rientrano a Kiev, la capitale che quasi tutti adesso considerano vivibile. Ai bambini Specchio dei tempi ha offerto giochi, dolciumi ed un libro in italiano/ucraino dono della Adnav Edizioni di Wanda Pandoli Ferrero.
“Comunque le si voglia leggere – ha spiegato l’assessore Fabrizio Ricca, in rappresentanza della Regione Piemonte – queste partenze sono un segno positivo. Questa è gente che abbiamo saputo aiutare e rendere più forte. Adesso capace di rientrare nel proprio Paese. Direi che i piemontesi stanno chiudendo un ciclo, cominciato con un’accoglienza generosa e calorosa e che si completa ora offrendo l’opportunità di tornare a casa. Grazie a Specchio dei tempi che ha permesso tutto questo”.
Come donare per i rifugiati e per i rimpatri
Tutti possono sostenere il rientro in patria delle famiglie ucraine. Si può donare cliccando qui con carta di credito e Paypal. Oppure si può versare con un bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Lugaro 15, 10126 Torino, codice Iban IT67 L0306909 6061 0000 0117 200, indicando nella causale “Per la gente dell’Ucraina”.
“Qui non sopravvive”. Abigail, per tutti “Abi“, sente quelle parole mentre è distesa su un letto dell’ospedale Dr. Luis Ortega di Porlamar, Venezuela, con la gamba viola vinaccia pulsante di dolore. “Sapevo che era vero, e avevo paura”, dice Abigail con la voce più bassa, mesi dopo, seduta su un altro letto, quello del CTO di Torino. Specchio dei tempi, insieme ai medici piemontesi e ai lettori de La Stampa, si sta prendendo cura di lei.
La sua storia è drammatica. Tutto inizia la sera del 2 settembre 2017. Abigail stava cenando con la sua famiglia. Si alza, sale al piano di sopra, entra nella sua stanza per recuperare il cellulare. Scende il primo gradino, il tallone perde l’equilibrio, la gamba cede, “ho sentito una fitta lancinante e un crack”, rimarca il suono con la voce squillante e una smorfia di dolore sul volto. Arriva in pronto soccorso, non riesce a muovere la gamba che è scomposta a causa della frattura. Parte da qui il lunghissimo percorso che costringerà Abigail a stare ferma in un letto di ospedale per mesi, tra speranze di guarigione e ricadute pesanti, spesso dovute alla negligenza di un sistema sanitario che non ha i mezzi per sostenere cure e interventi.
“In Venezuela se vuoi operarti devi pagare tutto tu, di per sé la sanità è pubblica ma non hanno fondi e per noi trovare i soldi è stato un problema” spiega. Il31 ottobre compie 17 anni in ospedale e le viene diagnosticato un tumore osseo grave. Il medico dice che la gamba è da amputare. Abigail prende il cellulare, scorre alcune immagini, poi gira lo schermo e mostra le foto della sua gamba, “qua l’avevano perforata per allungare l’osso. Ma non è servito a molto. I medici evitavano il mio caso perché troppo difficile, non sapevano come trattarlo. Mia mamma ha dovuto rimettermi a posto la gamba dopo la frattura, mentre io tenevo un panno bagnato stretto tra i denti”, spiega Abigail. Dopo mesi di cure sbagliate, alla fine, grazie ad un innesto osseo si riesce ad asportare il tumore e a salvare la gamba.
Passano quattro anni. Abigail riprende a piccoli passi la sua vita, si sposa, comincia a studiare medicina, ma è una parentesi temporanea perché l’innesto si infetta, è grave. L’operazione non è stata fatta bene. Abigail torna in ospedale, torna il dolore, le pillole, il bianco asettico delle corsie con le luci pallide.
“Non me lo dissero subito, ma la gamba peggiorava. Poi l’ho saputo: non sarei sopravvissuta all’infezione, almeno non lì. E io non avevo più la forza per vivere”. È l’arrivo di Beatrice a sparigliare le carte, è venezuelana, vive a Napoli, è come una zia per Abigail, “la conosco da sempre, era scesa per andare a trovare sua madre. Appena mi vede si mobilita, chiama, cerca, insomma alla fine trova un’associazione che è disposta ad aiutarmi, che mi paga il viaggio e l’accoglienza”, racconta Abigail. Poi tira fuori dalla sua borsetta rossa trapuntata il biglietto aereo con data 22 aprile, “con questo sono arrivata in Italia”, sorride e lo tiene qualche secondo tra il medio e l’indice.
Abigail lotta contro il cancro da quando ha 17 anni
Si attiva una rete solidale. Abigail arriva a Napoli, ma è una tappa breve perché i medici del CTO la stanno già aspettando a Torino. Il testimone passa a Specchio dei tempi, che, insieme ai suoi lettori, sosterrà Abigail e finanzierà le spese mediche. “Ho superato la prima operazione, ora aspetto la seconda sempre qui al CTO”. Abigail ci saluta con un grazie, ripetuto almeno cinque volte nell’ultimo minuto di conversazione. Un grazie che le riempie le labbra e invade tutto il resto: la sentenza di morte sembra ormai lontana e ilcammino verso una nuova vita forse è cominciato.
Come aiutare Abigail
Tutti possono aiutarci sostenendo la raccolta fondi “Per Abigail”. Si può donare online cliccando qui. Oppure con un bonifico sul conto corrente intestato a Fondazione La Stampa Specchio dei tempi ONLUS IBAN IT67 L0306909 6061 0000 0117 200 Banca Intesa Sanpaolo. Nella causale è sufficiente indicare “Per Abigail”.